Intervista a Alessandro Presti

Foto di Rori Palazzo

Alessandro Presti è un giovane trombettista siciliano impegnato principalmente in ambito jazz. È molto richiesto, vanta collaborazioni stabili con artisti come Roberto Gatto e Francesco Cafiso ed ha una formazione sia classica che jazz fatta tra Italia e Stati Uniti.

  • Con chi hai imparato a suonare?

Ho imparato a suonare con mio padre, trombonista, maestro di banda all’età di sei anni.

  • Quali sono stati per te gli insegnanti più importanti?

Oltre a mio padre sicuramente il mio insegnante del conservatorio durante gli studi classici, Giovanni Pappalardo. Per quanto riguarda Jazz non ho un vero e proprio insegnante ma piccole pillole di saggezza da parte di Marco Tamburini, per quanto riguarda la tecnica strumentale Roberto Gatto, Eddie Gomez riguardo il jazz in generale. Penso che in questa musica molte cose le impari suonando con grandi musicisti. Oltre a studiare, analizzare ed ascoltare tanto.

  • In che ambiti musicali lavori attualmente (fai pure un elenco delle formazioni con una breve descrizione) e qual è la tua direzione (in altre parole qual è la cosa che preferisci suonare), fai anche un breve excursus della carriera fatta che ti ha portato al presente

Suono prevalentemente Jazz, un gruppo con cui suono da anni e dal quale ho imparato tantissimo è il quartetto di Roberto Gatto con Alessandro Lanzoni al pianoforte e Matteo Bortone. Abbiamo suonato tanto negli ultimi sei anni, registrato un disco e vinto per due volte il premio “miglior gruppo italiano” al top Jazz.
Ho un mio quintetto con cui ho registrato un disco per la CAM Jazz (2016), registrerò a breve il secondo album.
Nell’ambito del “pop” suono con Sergio Caputo e con “Pilar” e Alessio Bondí, un contautore siciliano con cui collaboro da cinque anni.

  • 4. Come organizzi il tuo studio quotidiano sullo strumento? (dividi tecnica, improvvisazione/interpretazione o tendi ad unirle? Studi ogni giorno più o meno per lo stesso tempo? Dedichi lo stesso tempo ad ogni esercizio o non hai paura di tralasciare qualcosa se l’approfondimento di un aspetto è proficuo in quella giornata? Segui un ordine rigido?)

Organizzare lo studio non è affatto semplice.
Ogni giorno cerco di accettare i miei punti deboli e lavorare su quelli.
Ma la maggior parte del tempo lo dedico allo studio dell’armonia. Direi un buon 60%.
Col tempo ho cercato di creare un mio piccolo metodo di studio che facesse convivere sia la tecnica trombettistica che lo studio dell’armonia in un unico esercizio. Il risultato è molto buono, esercizi di tecnica applicati a tutti le qualità di accordi ed in tutte le tonalità. È da anni che cerco di andare a fondo in questa direzione. Non si finisce mai.
In realtà il 40% del mio studio comprende sia pianoforte che contrabbasso.

  • Elenca gli esercizi che fai quotidianamente

La routine è sempre la stessa penso per quasi tutti i trombettisti, note lunghe, flessibilita, Louis Maggio quando ho voglia e tempo. E poi armonia, come dicevo prima.

  • Quale secondo te è l’aspetto più importante da curare e sviluppare giorno per giorno (non necessariamente legato alla tecnica, può essere il suono o la respirazione ma anche il fraseggio, la musicalità, l’ascolto etc)?

Sicuramente il suono inteso come timbro è molto importante in un trombettista, non farei troppa distinzione tra suono, fraseggio, tecnica. Bisogna trovare un proprio suono che ti permetta di esprimere in musica i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti.

  • Quali sono le altre attività che svolgi regolarmente connesse o utili al tuo lavoro ma senza lo strumento in mano? Perché le fai? Quanto tempo ci dedichi? (Composizione, arrangiamento, booking, management, public reletions, ascolto attento alla musica etc.)

La composizione e l’arrangiamento fanno parte della mia vita musicale di tutti i giorni.
Coordino e scrivo musica e arrangiamenti per una piccola orchestra a Palermo, la “Tatum orchestra”.
Scrivo musica quando posso, senza ossessione, ma nemmeno aspettando la cosidetta “Ispirazione”, cerco di approcciarmi alla composizione in modo concreto.
Riguardo al booking, management, public relations, oltre a non essere portato, penso che una volta fatte tutte le cose elencate sopra mi rimane davvero poco tempo per dedicarmi a booking, management eccetera.
Un caro saluto a tutti!

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